Anche quest’anno si è tenuto il tradizionale appuntamento con AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) per fare il punto sulla situazione del Sistema Fiere nazionale. Gli interventi che si sono susseguiti sul palco della Sala Collina della prestigiosa sede milanese de Il Sole 24 Ore, si sono distinti in una prima parte istituzionale, con: Pier Paolo Celeste, direttore del Dipartimento Servizi alle Imprese (il vecchio ICE, Istituto per il Commercio Estero, abolito l’anno scorso e ora ripristinato con un ruolo definito di “Agenzia”); Sonia Thomas, directors of Operations dell’UFI (Unione Internazionale delle Fiere); Francesco Daveri, docente di Scenari Economici all’Università di Parma e Pietro Modiano, presidente Nomisma. La seconda parte invece è stata vivacizzata da una tavola rotonda a cui hanno partecipato alcuni dei maggiori protagonisti del sistema fieristico italiano, in particolare: Ettore Riello, presidente AEFI, Lorenzo Cagnoni, presidente Rimini Fiera, Duccio Campagnoli, presidente Bologna Fiere, Piergiacomo Ferrari, presidente Expo Venice e figura storica del mondo fieristico nazionale, Davide Leonarduzzi, coordinatore di Fiere in Rete, Giovanni Mantovani, direttore di Veronafiere ed Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano. A moderare gli interventi, Rita Fatiguso, giornalista de Il Sole 24 Ore.
Al di là dei dati dell’UFI e delle considerazioni, pur importanti degli altri relatori istituzionali la parte tradizionalmente più interessante è la tavola rotonda, durante la quale, di solito, i vari quartieri fieristici danno fuoco alle micce e battagliano tra loro per questioni di calendario, di concorrenza sleale e di prezzi al metro quadro. Il tutto in funzione dell’invocazione di un tavolo strategico comune che possa dirimere i problemi e rilanciare il sistema fieristico italiano in una logica di innovazione ed efficienza.
Tutti quindi si aspettavano i consueti fuochi d’artificio tra i diversi quartieri fieristici e in particolare il match Milano contro tutti che aveva caratterizzato le ultime due edizioni del convegno. Tutti ricordiamo la straordinaria verve polemica dell’intervento dell’anno scorso di Enrico Pazzali (chi non ricordasse può trovare il resoconto pubblicato da Bricoliamo.com nello spazio Approfondimeti), in più quest’anno gli osservatori più attenti hanno notato come Pazzali, probabilmente per un innocente leggerezza organizzativa, non ha trovato posto tra le poltrone riservate in prima fila, essendo costretto ad abbandonare i colleghi e assistere alla prima parte del convegno dalla settima fila. Chi si è accorto di questo intoppo ha commentato con un semplice ma efficace “apriti cielo”.
Niente di tutto ciò. Quest’anno i quartieri fieristici si sono presentati come un gruppo di vecchi amici pieni di spirito di collaborazione e volontà di vincere insieme le grandi partite internazionali che ci aspettano. Il clima è stato veramente incredibile, gli interventi sono stati tutti pressoché uguali nel contenuto e perfettamente allineati alla relazione del presidente Riello che potete ascoltare nel filmato che abbiamo pubblicato.
Sostanzialmente si tira la giacca al Governo perché ponga maggiore attenzione al Sistema Fiere e a Confindustria, dove finalmente il presidente Squinzi avrà la possibilità di dimostrare la propria gratitudine al sistema fieristico che ha contribuito in maniera importante al successo della sua grande azienda. Il plauso a Squinzi deriva certamente anche dal suo intervento in occasione dell’inaugurazione, l’11 settembre scorso, di Milano Unica: “le fiere sono strumenti di politica industriale – ha detto Squinzi – per questo serve un tavolo strategico per definire le priorità nei settori e nei mercati''. Un tavolo per le strategie che, ha proseguito Squinzi “vogliamo fare assieme al governo perché siamo convinti che questa è una strada che creerà opportunità di crescita senza oneri aggiuntivi di spesa pubblica”. Quello del tavolo strategico è un cavallo di battaglia del presidente Riello, riproposto già nelle edizioni 2010 e 2011 del convegno. Non altrettanto si può dire di Enrico Pazzali di Fiera Milano (tassello indispensabile per la costituzione di qualsiasi tavolo sulle fiere) che l’anno scorso aveva sostenuto a gran voce che “se la fiera è un’impresa deve generare profitto se è uno strumento di politica economica è un costo”, tagliando così la testa ad ogni velleità di sistema integrato e strategie comuni.
Oggi le posture generali e in particolare quella di Fiera Milano, sono cambiate. Certamente incide la presidenza di Squinzi, ma un peso determinante lo sta giocando anche l’accordo tra UFI (Unione internazionale delle Associazioni fieristiche) ed EMECA (associazione dei maggiori enti fieristici europei), con la costituzione di EEIA (European Exhibition Industry Alliance). “In cima alla lista di azioni dell’EEIA – leggiamo nel comunicato congiunto UFI/EMECA – c’è la promozione degli interessi comuni dei settori espositivi verso le autorità di riferimento dell'UE”. La selezione fatta da UFI ed EMECA per ammettere gli enti fieristici alla nuova associazione ha avuto come criterio di base l’orientamento e la capacità degli stessi di sviluppare le fiere in quanto elementi importanti della politica industriale del proprio Paese in particolare e dell’Europa in generale. Per quanto riguarda l’Italia ne sono stati selezionati quattro, verosimilmente: Milano, Bologna, Verona e Rimini, cioè gli unici quartieri italiani associati ad EMECA, Rimini Fiera, in particolare, esprime il presidente di EMECA nella persona del suo direttore generale, Piero Venturelli. Sarà certamente un caso però sta di fatto che proprio questi erano i quattro quartieri fieristici rappresentati sul palco del convegno, oltre a Expo Venice che però, con tutto il rispetto e la stima a Piergiacomo Ferrari, suo presidente e attore della storia del sistema fieristico italiano, ha un ruolo molto marginale.
Se avete visto il nostro filmato e ascoltato l’intervento di Ettore Riello avrete certamente notato che a fronte della sottolineatura dell’importanza delle fiere per le nostre industrie e la politica industriale del Paese, ha sferrato un duro attacco al governo ma anche aila classe dirigenziale italiana. “A me sembra un paese distratto – ha spiegato Ettore Riello – dove ognuno guarda al suo pezzettino, ognuno che fa le sue considerazioni con una grande attenzione a distribuire quel poco che c’è per far tutti contenti e per ottenere che tutti siano insoddisfatti … Non c’è coraggio, non c’è la volontà di prendere nessuna decisione, è un Paese che si sta lasciando andare su tutti i fronti …”
I problemi legati alla feroce e a volte scorretta concorrenza tra le fiere, alla sovrapposizione di fiere sugli stessi mercati negli stessi periodi, la razionalizzazione dei calendari, la necessità di una certificazione e di un incremento della qualità delle manifestazioni, oltre che ad una spinta verso l’innovazione delle stesse, sembrano tutti messi nel cassetto in vista di un grande fronte comune da presentare al governo per ottenere il meritato sostegno. Come risulta dai dati UFI siamo il quarto Paese al mondo per grandezza del parco fieristico! Inutile quindi riportare i contenuti dei diversi interventi, ci limitiamo a proporvi il filmato della relazione di Lorenzo Cagnoni di Rimini Fiera, in quanto unico tra i relatori che ha sottolineato il momento drammatico del sistema fieristico italiano.
Per concludere, a fronte della grande novità dell’amicizia tra le Fiere, non abbiamo sentito niente di particolarmente nuovo: di tavolo per le strategie si parlò già nel 2010 alla presenza del viceministro Urso sono passati due anni e nulla di nuovo si è visto sotto il sole. Un tavolo strategico al quale, naturalmente, ha tenuto a sottolineare Enrico Pazzali di Fiera Milano, potranno sedere solo i quattro quartieri leader, quelli adatti a contribuire allo sviluppo della politica industriale del Paese, per quanto riguarda gli altri, e non stiamo parlando di realtà propriamente piccole e di provincia (comprendiamo quartieri come Roma, Torino, Genova, Parma, Firenze, Padova, Napoli, ecc.), non abbiamo ben capito quali potranno essere gli orientamenti.
Da anni si parla della costituzione di un tavolo strategico per le fiere e da anni vediamo che tutti tendono a coltivare il proprio orticello, più o meno grande, con il risultato che il nostro sistema fieristico, salvo rare eccezioni, ha perso espositori, visitatori ed ha proseguito sulla strada dell’invecchiamento senza dare alcun segno di innovazione. Tra pochi giorni aprirà il Saie di Bologna, dal 18 al 21 ottobre, mentre a Milano, dal 17 al 21 ottobre si terrà il Made, ma sembra che questo non sia più un problema di cui discutere: “il calendario è il minimo dei problemi che abbiamo”, ha detto con convinzione Ettore Riello, sappiamo che per molti operatori, siano essi espositori o visitatori non è esattamente così.
Nella foto in alto: Ettore Riello, presidente AEFI
APPROFONDIMENTI:
SISTEMA FIERE 2011: NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE
SISTEMA FIERE 2012: LE FIERE AL TAVOLO CON IL MINISTERO